mercoledì 17 febbraio 2021

Quindi ll Covid ha coperto le nostre facce (come schiavi)

 
Il potere ha bisogno di distruggere le relazioni sociali, di creare individui soli e perfettamente manipolabili. Ha persino legittimato il fatto di dover nascondere il viso con una maschera. Tuttavia, come fai ad avere un rapporto con l'altro senza vederlo in faccia? Il volto umano è la parte del corpo che deve essere sempre nuda e che non deve essere nascosta. Non è un caso che nell'antica Grecia lo schiavo fosse definito senza volto, quindi senza dignità.

Durante una passeggiata pomeridiana sotto i portici del centro, un amico mi ha salutato ma non l'ho riconosciuto. La maschera che indossava mi aveva impedito di identificare i suoi lineamenti. Solo dopo aver contravvenuto alle rigide regole anti-Covid, cioè dopo aver abbassato la “museruola”, ho potuto capire chi fosse e ricambiare il saluto. Un episodio banale, che sarà capitato a chissà quanti italiani in questi tempi di pandemia. Eppure quel piccolo incidente mi ha fatto riflettere sull'importanza del volto umano. Una relazione è impossibile senza il riconoscimento del volto dell'altro.

Mi sono ricordato di aver letto da qualche parte che ogni essere umano appena apre gli occhi sulla vita cerca un volto: quello di sua madre. Una ricerca che continua per tutta l'esistenza e che rappresenta l'anima della stessa comunicazione e relazione con gli altri. Scopriamo di essere uomini quando possiamo guardare un viso e dire “tu”. Infatti il ​​neonato cerca il volto della madre, come il bambino cerca il volto dei genitori, l'amante cerca il volto dell'amato, il discepolo cerca il volto della maestra, l'uomo cerca il viso di Dio.

Il dramma della società liquida e postmoderna di oggi sta nel fatto che l'uomo di oggi non è in grado di dire consapevolmente "tu" a nessuno. Proprio in questo dramma sta e si nasconde la ricerca ossessiva e violenta del potere che caratterizza largamente i consueti rapporti tra le persone, basata per lo più sulla riduzione sistematica dell'altro a un disegno del possesso e dell'uso.

È un modello culturale che è stato a lungo imposto dal potere e alimentato dalla sua micidiale macchina di propaganda. Guarda un dramma televisivo in prima serata o leggi le riviste di intrattenimento.

Il potere ha bisogno di distruggere i rapporti sociali, di creare individui soli, isolati, possibilmente single, senza radici, senza identità, fragili, indifesi e paurosi, cioè soggetti perfettamente manipolabili.

Da questo punto di vista, la pandemia di Covid-19 è una Manna dal cielo inaspettata (o voluta?). Ha persino legittimato il dover nascondere il viso con una maschera. Ma come si fa ad avere un rapporto con l'altro senza vederlo in faccia? Il volto umano è la parte del corpo che deve essere sempre nuda e che non deve essere nascosta.

Non è un caso che nell'antica Grecia lo schiavo fosse definito ἀπρόσωπος (apròsopos), cioè senza (a-) faccia (pròsopos), quindi senza dignità, senza libertà, mera "res" [latino per “cosa”] , un oggetto nelle mani del maestro. Il volto scoperto è un segno di libertà. Anche i lebbrosi allontanati dalla comunità erano senza volto.

Il volto è anche ciò che distingue l'uomo dall'animale, come ci ha insegnato il grande Cicerone nella sua opera De Legibus (I, 27): “(...) is qui appellatur vultus, qui null in animante esse praeter hominem potest, indicat mores ”(Quello che viene chiamato un volto, che non può esistere in nessun essere vivente tranne che nell'uomo, indica il carattere di una persona).

Il volto è un elemento essenziale del rapporto umano. Anche Dio per farsi conoscere dagli uomini doveva far intravedere il suo volto facendosi uomo, cioè entrando nella Storia come persona. Si rivela attraverso il volto di Gesù Cristo, che è diventato il volto del destino umano, la natura del senso del nostro essere, proprio perché Gesù Cristo è il volto del Padre.

Così, la definizione totale del significato dell'uomo nel mondo è passata attraverso un volto.

Ho anche ricordato che il filosofo lituano Emmanuel Levinas ha dedicato gran parte della sua ricerca filosofica al significato del volto. Per il pensatore lituano, l'epifania e quindi la manifestazione dell'altro, avviene nel dialogo, nel “faccia a faccia”. L'altro diventa allora una rivelazione concessa in particolare dal volto, che è il mezzo di comunicazione primario e lo strumento attraverso il quale si svela l'umanità di ciascuno, al punto da lasciare intravedere una traccia dell'Infinito. Il volto è il luogo dove, più che altrove, si giocano le dinamiche dell'uomo, e quindi anche il suo rapporto con il Potere. Per questo - come ha scritto chiaramente Giorgio Agamben, un altro filosofo che rispetto - il volto è anche “il luogo della politica”.

Lo stato di eccezione in cui è caduta l'umanità a seguito della pandemia di Covid-19 è arrivato al punto di considerare normale l'occultamento del volto, anche la necessità di impedire l'epifania dell'altro come un dovere. Agamben avverte, però, anche che “ un Paese che decide di rinunciare al proprio volto, di coprire i volti dei propri cittadini con maschere ovunque è, quindi, un Paese che ha cancellato da sé ogni dimensione politica”. E “in questo spazio vuoto, sottoposto in ogni momento a un controllo illimitato, si muovono ora individui isolati gli uni dagli altri, che hanno perso il fondamento immediato e sensibile della loro comunità e possono solo scambiarsi messaggi diretti a un nome senza volto”.

Mai come in questi tempi in cui la legge appare condizionata dall'emergenza sanitaria, in cui l'Ausnahmezustand (Stato di eccezione) di Carl Schmitt rischia di diventare un normale paradigma di governo, il volto è davvero il luogo della politica. È la sfida alla tirannia che rivendica un popolo di “apròsopos” [senza volto], fatto di individui senza volto, senza dignità, senza identità, senza libertà.

Ancora una volta Agamben su questo punto è molto chiaro: “Il nostro tempo non politico non vuole vedere il proprio volto, lo tiene a distanza, lo maschera e lo copre. Non devono esserci più facce, solo numeri e cifre. Anche il tiranno è senza volto”. Questo è tutto.

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Colonna originale di Gianfranco Amato: QUI
 
Pubblicato sul sito web: https://www.geopolitica.ru/en/

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