Ho ’71 anni, genitore e nonno di nipoti ventenni che vivono in Germana.
Ebbene nella mia vita vissuta, speravo di non vedere più
certe cose (come ho postato nei video).
Avevo appena ‘8 anni, in quel 1958, la mia famiglia si è trovata per varie vicissitudini in ristrettezze economiche, cose che possono succedere nel corso della vita, abbiamo perso la casa e ogni bene materiale; io e mia mamma ci siamo ritrovati a girovagare per Milano con una piccola valigetta a dormire in piazza Duomo alla porta sinistra della Cattedrale, mia mamma (classe 1910) a quel tempo aveva ’48 anni, il papà introvabile, mio fratello più piccolo dato agli zii in Piemonte, il fratello più grande stava facendo la leva militare.
Mi mamma mi lavava le mutandine nella fontana dei giardini pubblici di Porta Venezia, andava ad aiutare una sua amica in un trattoria/latteria per preparare i cibi per la clientela e in cambio del suo aiuto chiedeva solo un piatto di minestra per me.
Con il tempo (dopo vari consigli di brave persone) siamo stati indirizzati in un dormitorio pubblico (quello di Viale Ortles Milano (credo ancora attivo), successivamente siamo stati in una struttura di Corso XII Marzo, la casa di ricovero era una donazione dei Conti Senavra, ora diventata una Chiesa, ebbene in quella struttura ci è stato dato uno spazio di cartongesso con due letti e una stufetta a legna (parigina), subito poco tempo dopo una stanza tutta per noi dove poi abbiamo fatto rientrare dagli zii del Piemonte il fratellino e il ritorno del fratello dal servizio di leva, anche papà si è unito alla famiglia.
In quel periodo sono andato a scuola, io e mio fratello più piccolo, nel pomeriggio si andava a raccogliere le palline da tennis (Tennis Club Lombardo) e a tirare il fratasso nei campi per rifarli, si prendeva 100£ all’ora e venivano dati tutti alla mamma, i quel periodo, in Largo Marinai d’Italia c’era ancora il verziere di Milano, dove io e mio fratellino si andava a scaricare le cassette di frutta e verdura per poter portare a casa alla mamma una piccola cassetta di verdura e frutta che si tirava con uno spago legato alla vita per tutto il corso.
Soldi non ce n’erano e dovevamo vestirci e calzarci, stavamo crescendo, e la mamma con il suo ingegno riuscì a trovare il Viale Piave (Milano) una congregazione di Frati (Frate Cicilio) che ci hanno vestiti e calzati, perfino gli occhiali da vista mi sono stati dati; ma non c’erano solo quei benedetti Frati, vi era anche la Tazzinetta Benefica a Milano e il Corriere Lombardo che dispensava cibo, sia cotto che da cuocere.
Dopo un lungo periodo, passato in quel ricovero, eravamo in lista per usufruire delle Case Popolari del Comune di Milano, era il 1959, e mio fratello ha potuto trovarsi un lavoro alla Pirelli, mio papà cominciava a fare piccoli lavoretti edlizi, io e mio fratello più piccolo in questa nuova casa, abbiamo ripreso le scuole elementari…l’incubo era finito … anche se per il Natale andavamo ancora a prendere da mangiare, ci si andava con il tram e l’odore della pastasciutta invadeva tutto il tram stesso, facendoci vergognare.
A ’14 anni mi sono trovato un lavoro come garzone di drogheria e mio fratello come garzone di macelleria, abbiamo continuato gli studi di sera dove poi mi sono diplomato, il fratello maggiore nel ‘1962 si era sposato,
Il resto è vita vissuta intensamente senza mai demordere; ora vivo in quella casa del Comune che ci è stata assegnata perché me la sono comperata.
Guardando quei video mi si stringe il cuore perché so’ come possa sentirsi quella povera gente, resa indigente da gente incapace e inimica; sono passati ’63 anni e tutto sembra ripetersi, solo che oggi non c’è misericordia, la gente è incattivita e … manca quella rinascita meravigliosa degli anni ’60.
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