E’ durata appena due giorni la possibilità di ascoltare la ricostruzione offerta da Nicola Bizzi sul misterioso “oro degli dèi”, che collegherebbe recenti scoperte in Iraq e in Romania alla Casa dell’Oro, cioè il tempio egizio di Hathor sul Sinai, dove Mosè – secondo la Bibbia – avrebbe trasformato il famoso Vitello d’Oro in finissima polvere bianca, per poi darla in pasto al suo popolo. Una polvere impalpabile, che ricorda il “pane della vita” celebrato in tante iscrizioni egizie, con i faraoni raffigurati nell’atto di ricevere dalle divinità quella strana sostanza, capace – secondo la tradizione – di allungare di moltissimo la durata dell’esistenza. La notizia? Dal 28 aprile non è più possibile guardare il video, immesso il 25 aprile sul canale YouTube “Facciamo finta che”, di Gianluca Lamberti, dedicato alle voci eterodosse che indagano sul passato anche alla luce delle incongruenze del presente, dando spazio a personaggi ormai popolari (da Biglino a Malanga) e alle scoperte dell’archeologia non ufficiale, che destabilizzano la storiografia convenzionale. Tutti i video realizzati da Lamberti sono scomparsi: il canale YouTube è stato svuotato. “Colpa” del filmato con Bizzi?
Storico e fondatore delle Edizioni
Aurora Boreale, Bizzi ha richiamato l’importanza della tradizione dei
Misteri Eleusini, che alludono a una particolare fondazione dell’umanità
legata ai Titani e alla civiltà di Atlantide, che l’ufficialità non
riconosce ancora. Nel corso del filmato “La Pietra
Filosofale e l’Oro Monoatomico”, Bizzi mette in relazione la Bibbia e
l’Egitto dei faraoni a recenti ritrovamenti archeologici. Sui Monti
Bucegi, in Romania, nel 2003 sono state scoperte enormi cavità
sotterranee con dispositivi ad alta tecnologia. «Sulla scoperta è calato
il silenzio – racconta Bizzi – su pressione degli Usa,
che si sono accorti che le grotte rumene sono “gemelle” di quelle da
loro scoperte durante l’invasione dell’Iraq». Al centro del “giallo” ci
sarebbe il cosiddetto “oro monoatomico”, ricavabile dall’oro comune
mediante sconosciuti procedimenti che, anziché fondere il metallo, lo
polverizzano. Un elisir di lunga vita, sorgente dell’eterna giovinezza? O
magari la “pietra filosofale” degli alchimisti? Insomma: un segreto
strettamente custodito, nei millenni, e che anche oggi si vorrebbe
mantenere sigillato, al punto da oscurare i video che ne parlano?
L’analisi di Bizzi parte dalle scoperte
archeologiche dell’inglese William Flinders Petrie, che sul Sinai – dove
Mosè tramutò in polvere l’oro del Vitello – scoprì sull’altura di
Sarabit al-Khadim un gigantesco tempio, pieno di quella polvere bianca e
di attrezzature per la metallurgia: la Casa dell’Oro. Una sorta di
“fabbrica” dell’epoca, ininterrottamente attiva per 1.500 anni, a
partire dal 2600 avanti Cristo. Cos’era, quella polvere? Aveva davvero
proprietà prodigiose? E poi: la tecnica di polverizzazione dell’oro era
stata importata sulla Terra dalle divinità antiche,
che oggi si tende a far coincidere con le presenze aliene di cui si
parla con sempre maggiore insistenza? Nell’autunno 2019, la Us Navy ha
ammesso ufficialmente l’esistenza degli Ufo. Un anno dopo, il generale
Haim Eshed (per trent’anni a capo della sicurezza aerospaziale di
Israele) ha dichiarato che gli umani sono stabilmente in contatto con
extraterrestri, nell’ambito di un’alleanza chiamata Federazione
Galattica.
E ora, John Ratcliffe – capo della
direzione nazionale dell’intelligence, nell’amministrazione Trump – ha
annunciato che il 1° giugno 2021 sarà pubblicata un’enorme quantità di
immagini, sugli Ufo, provenienti da aerei e satelliti militari. La
strana compresenza di elementi antichi (templi) e attrezzature
avveniristiche è esattamente il punto di domanda su cui Nicola Bizzi
articola le sue osservazioni: alta tecnologia di origine ignota sarebbe
stata rilevata sia in Iraq che in Romania, sempre in relazione a quella
stranissima trasformazione dell’oro. Meccanica quantistica? Alchimia? Lo
stesso Mosè, sottolinea Bizzi, era descritto come grande alchimista. Di
quella misteriosa trasmutazione parla Ireneo Filalete, alchimista
britannico del XVII secolo, studiato da Newton, Locke e Leibniz: la
polvere bianca ottenuta dall’oro sarebbe esattamente
la mitica “pietra filosofale”. «Per queste ricerche – aggiunge Bizzi –
dobbiamo molto a un autore inglese da poco scomparso, Sir Lawrence
Gardner». Di quella famosa polvere, Gardner parla ne “L’ombra di
Salomone”, e prima ancora nel saggio “I segreti dell’Arca perduta”.
«Lo studioso collega direttamente il Sinai (cioè quello che poteva avvenire in quella “Casa dell’Oro”, il Tempio di Hathor) alle conoscenze alchemiche di Mosè: lo riteneva in grado di alterare la materia, secondo un’antica sapienza». Di nuovo: quelle conoscenze provenivano da mondi non terrestri? «Certi grandi personaggi del passato – Archimede, Ipparco, Tolomeo – che la moderna cultura derivante dal razionalismo illuministico settecentesco considera asetticamente “scienziati”, in realtà erano tutti grandi iniziati», osserva Bizzi: «Attraverso le scuole misteriche, avevano appreso i segreti che provenivano da un’antichità remota: e sicuramente questo è avvenuto anche per Mosè, un personaggio molto misterioso e presentato in genere soltanto come leader religioso, senza mai soffermarsi sulla sua possibile, vera identità». Interrogativi che, a quanto pare, sono bastati a svuotare brutalmente il canale YouTube di Gianluca Lamberti. Alla faccia di chi – come il Cicap e i tanti “debunker” che dominano il mainstream – ancora ridicolizza certe tesi: se si tratta di amenità innocue e persino ridicole, perché imporre una censura così perentoria e medievale?
(Su “Facciamo finta che” è ancora presente il link di accesso al video oscurato).
Fonte: https://www.libreidee.org/
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