“Le Monde” sul Clima: “Alcune delle tecnologie prese in considerazione per mantenere la Terra abitabile sono un incubo”.
“Il fatto che le tecniche di geoingegneria siano all’ordine del giorno della nuova Commissione mondiale sulla governance dei rischi del cambiamento climatico dovrebbe essere motivo di profonda preoccupazione,” avverte Stéphane Foucart.
Molte tecnologie applicate sono un incubo
Ciò che dovrebbe essere più preoccupante è che il cielo è ingegnerizzato da vent’anni e che da settant’anni sono manipolati gli eventi meterologici, per non parlare degli esperimenti nucleari ad alta quota a partire dagli anni ’50 e della distruzione dello strato di ozono da parte dei razzi e delle bombe, dei riscaldatori della ionosfera e dei loro effetti e così via.
Tutto questo viene ignorato nelle discussioni e nelle conferenze sul clima. Questa crisi climatica è stata prodotta a molti livelli e sarebbe ora che gli scienziati onesti di tutti i settori si riunissero in una grande discussione, in un dibattito aperto e con gli occhi spalancati.
Vale per coloro che lavorano nell’agroalimentare, nella meteorologia, nelle scienze atmosferiche e oceaniche, nell’ingegneria nucleare, tossicologia ecc. Cosa sta succedendo nei cieli e perché tutti ignorano le conseguenze sul clima e credono nel dogma della CO2 come uno spauracchio da combattere? Il motivo principale è confermato dagli eventi degli ultimi due anni.
La “molecola del male” spiana la strada verso la nuova era e verso la GLOBAL GOVERNANCE.
“Dobbiamo trasformare questa crisi drammatica in un’opportunità. […] Dobbiamo pensare seriamente alla riforma dei meccanismi di coordinamento internazionale. Dobbiamo dare loro un’effettiva capacità di governance, almeno in quelle aree che sono critiche, cioè quando abbiamo a che fare con il clima o le pandemie, il cyberspazio o lo spazio esterno”.
António Guterres Segretario generale delle Nazioni Unite, durante la riunione del Forum della pace di Parigi, 24 maggio 2022
Quello che non abbiamo deciso lo hanno già deciso. Ebbene si, dopo più di due decenni in cui anche l’Italia come altre nazioni prossime ai nostri confini, cedendo sovranità su sovranità si sono unite in una nuova entità chiamata Europa, cambiando il senso di un continente che con le Nazioni presa ognuna per proprio conto Europa non significa niente, in quanto ognuno sente di se stesso l’appartenenza atavica al suolo natio, tanto che un francese non si sentirà mai tedesco, come un italiano non vorrebbe mai essere scambiato per un polacco, avendo i primi una storia mentre i secondi solo un posto nella cronologia della stessa. Pur cambiando tempi e opinioni, quando si parla di entità ognuno guarda il suo orticello e si può stare certi, che nessuno cederà una zolla di terreno se questi lo ritiene suo.
Basta solo esporre il pensiero appena fatto, per capire che la gente comune in caso di bisogno si fida solo dei suoi simili essendo accomunati da fratellanza, piuttosto che di una entità che in poco più di venti anni non ha mai fatto ne intrapreso un pasto comune, e, come si è soliti dire almeno qui nella nostra amata Italia “non mi è fratello ma m’è parente, solo chi ha condiviso con me mangiando assieme un quintale di sale, gli altri niente” ora, visto che questo parametro “un quintale di sale mangiando assieme” lo si raggiunge solo con le abituali frequentazioni, diventa evidente che per quanto riguarda la gente comune, essere europei non interessa veramente a nessuno, tant’è che per farci divenire tali, tale imposizione è stata calata dall’alto e chi ha avuto modo di esprimersi a suo tempo, negò tale assenso e lo negherebbe tuttora, visti i precedenti che in questi anni si sono venuti a creare.
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