Oh, Barbero! Che hai fatto
di
Lo storico piemontese Alessandro Barbero
è l’intellettuale italiano oggi maggiormente coccolato dai media. Non è
divisivo come Vittorio Sgarbi e Diego Fusaro, non si acconcia da
hipster come Massimo Cacciari e non si improvvisa tuttologo di calcio
come Mughini. Barbero buca il video con il suo aplomb anglosassone ed i
suoi occhiali da secchione; sa catturare l’attenzione anche dello
spettatore più pigro grazie ad una voce entusiasta e così “chiara e
distinta” da far impallidire le idee di Cartesio. E’ simpatico, Barbero,
anche quando ti dice cose che non avresti mai immaginato e ti fa
sentire ignorante.
Non solo. Barbero è riuscito ad imporsi come il conferenziere più amato dagli italiani anche sul web,
dove spopolano i suoi video-pipponi lunghi due ore su figure storiche
come Carlo Magno e Napoleone. Roba che Paolo Mieli non ci dorme la
notte, per l’invidia!
Ecco
perchè il medievalista torinese è riuscito in questi anni ad uscire
dalle polverose stanze dell’Accademia per entrare nei salotti buoni
della televisione. Non è raro vederlo come conduttore a Rai Storia
oppure a fianco di Piegiorgio Odifreddi a riempire i teatri. Insomma,
Barbero è uno storico che sembra venire dal mondo anglosassone: uno
storico che ce l’ha fatta.
Eh già,
perchè mentre in Italia l’allegra brigata del Ciccap è riuscita a
convincerci tutti che al primo potere ed al quarto potere devono sedere
solo i positivisti in stile Piero Angela and Son, altrove anche
i classicisti, i filosofi e gli storici hanno un ruolo che non rimane
relegato ai banchi di scuola. Boris Johnson – pochi lo sanno – è un
classicista, Noam Chomsky un filosofo ed un sociologo, Henry Kissinger,
uno storico.
Barbero,
dunque, è uno dei pochissimi umanisti che in questo Paese non è
costretto a sbarcare il lunario dando ripetizioni di latino agli
studenti del ginnasio.
Fino a quando…
Fino a
quando, poco prima di natale, Massimo Bernardini non ha commesso il
passo falso di intervistarlo sulla democrazia. In quel di Reggio Emilia,
per l’esattezza al Teatro Asioli di Correggio, il conduttore di Tv Talk
ha (mal)pensato di portare Barbero sulla strada dell’europeismo
convinto. Un dialogo che nelle intenzioni del giornalista doveva
condurre il pubblico emiliano (e come tale di sinistra per definizione)
nel petaloso mondo dell’invincibile Europa, dell’euro irreversibile, e
dell’antisovranismo militante.
Qualcosa, però, è andato storto.
Non senza lo stupore dell’intervistatore e del pubblico, sull’Eurosistema Barbero ha avuto l’ardire di dire la verità.
Dopo aver
chiarito la funzione principale dei parlamenti in una democrazia moderna
(legiferare e controllare l’operato dei governi), il dialogo è andato
circa così:
Barbero.
“La costituzione vuol dire: eleggiamo un parlamento! dalla rivoluzione
francese in poi i popoli hanno voluto le costituzioni ed in esse il
ruolo del Parlamento è chiarissimo. Il popolo ha detto eleggiamo un parlamento. Ed il governo? Il governo deve rispondere al parlamento!!!
Su queste
cose c’è una confusione enorme oggi, anche nel nostro Paese.
Storicamente, la differenza tra PARLAMENTO e GOVERNO è chiarissima. Il
governo prende le deicisioni dopo essere stato nominato da un Presidente
della Repubblica (una volta era il Re). Non è un dettaglio da niente…
il presidente della repubblica, che è un po’ come l’equivalente del Re,
nomina il governo. Ma il governo deve avere l’approvazione del
parlamento eletto dal popolo. Il parlamento serve a quello! Quando il
parlamento non vota la fiducia, il governo cade.
Ora, io come molti non ho le idee chiarissime di come funzioni l’Europa, ma non mi sembra proprio che funzioni così…
Non mi
sembra che tutti i giorni la commissione europea prenda le decisioni e
debba poi andare tutti i giorni in Parlamento col rischio di cadere
perchè ai rappresentanti del popolo non va bene…
A me non sembra che funzioni così (e se funziona così riesce a non farlo vedere molto bene), e la gente questo lo percepisce”.
Giornalista.
“Però da 40 anni noi stiamo votando direttamente questo Parlamento
Europeo. Tutti gli europei votano il parlamento, mandiamo rappresentati
dal 1979”.
Barbero. “Ma – chiedo per sapere… – il Parlamento Europeo, può far cadere il governo europeo?”
A questo punto, sul teatro Asioli cala il gelo.
Bernardini non risponde.
Il pubblico non fiata.
In pochi
secondi, in una riga dattiloscritta, seppur con educazione e attraverso
la forma dubitativa della domanda, Alessando Barbero – storico dei media
ufficiali – dice quello che tutta la controinformaione degna di questo
nome urla da anni fino a farsi uscire le vene dal collo, e cioè che
L’UNIONE EUROPEA NON E’ UNA DEMOCRAZIA
Insomma, il Re è nudo, solo che stavolta a dirlo non è stato un bambino, ma uno dei più grandi accademici italiani.
Allora faccio un appello allo stimato storico torinese: professore si fermi qua!
Professore si fermi ora!
Vuole
continuare ad andare da Piero Angela? Vuole rimanere in cima alle
classifiche dei libri e pubblicare per Sellerio, Laterza e tutta la
compagnia? Vuole continuare ad essere invitato dai media che contano e
ad essere osannato nei teatri?
Allora la
pianti di dire la verità sull’Europa. E’ pericolosissimo! A sto punto,
non mi stupirei se la sbattessero fuori dall’Università. Ma cosa le è
saltato in mente? Preghiamo.
Fonte: http://micidial.it/
Nessun commento:
Posta un commento
Tutti i commenti sono sottoposti a moderazione prima della loro eventuale pubblicazione.