Fiat, vaccini, 5G e Tav: la politica italiana non se ne occupa
Il non-governo giallorosso non ha speranze di galleggiare ancora a lungo nell’acqua alta dove nuota lo squaletto Renzi, ma sulla spiaggia opposta non è che splenda il sole: attorno all’ombrellone di Salvini si attarda nonno Silvio, scortato dalla Meloni, senza che il pubblico percepisca la possibilità di un’epocale alternativa al lento e inesorabile sfacelo di cui l’Italia è vittima, in ossequio alla nuova legge di un mondo senza più politica.
Il non-governo giallorosso non ha speranze di galleggiare ancora a lungo nell’acqua alta dove nuota lo squaletto Renzi, ma sulla spiaggia opposta non è che splenda il sole: attorno all’ombrellone di Salvini si attarda nonno Silvio, scortato dalla Meloni, senza che il pubblico percepisca la possibilità di un’epocale alternativa al lento e inesorabile sfacelo di cui l’Italia è vittima, in ossequio alla nuova legge di un mondo senza più politica.
Tralasciando
il pietoso equivoco 5 Stelle, che puzzava d’imbroglio fin dall’inizio
(spettacolare manipolazione degli elettori, col pieno concorso dei
militanti di base disposti ad avallare qualsiasi diktat), l’impotenza
generale di fronte alla desolazione di Venezia o la resa di Taranto ai
furbetti globali dell’acciaio non fanno che dimostrare una volta di più
l’assenza di idee, dopo l’eutanasia delle ideologie, che siano capaci di
generare qualcosa che assomigli a uno straccio di governance del
sistema.
E
intanto continua a piovere sul bagnato: basta dare un’occhiata agli
slogan archeologici – Dio, patria e famiglia – con cui il sedicente
outsider Diego Fusaro, filosofo mediatico e grillo parlante corteggiato
dalle televisioni, tenta di raccontare la sua rivoluzionaria prospettiva
politica ottocentesca, o forse medievale, o forse adatta solo a menare
il can per l’aia, ridicolizzando volutamente l’idea stessa che possa
esistere, un giorno, un’opposizione sistemica.
Nel vecchio film, quello finito con le nozze mostruose tra Di Maio e il fratello di Montalbano, o meglio tra l’esodato Renzi e l’ex guastatore Grillo insidiato politicamente dall’indagine sul figlio per presunto stupro, a tener banco era stato un totem come il progetto cimiteriale del Tav Torino-Lione, infrastruttura con cantieri mai davvero decollati (forse al 5%) e comunque destinata a trasformarsi in una spettacolare, costosissima cattedrale nel deserto.
Nel vecchio film, quello finito con le nozze mostruose tra Di Maio e il fratello di Montalbano, o meglio tra l’esodato Renzi e l’ex guastatore Grillo insidiato politicamente dall’indagine sul figlio per presunto stupro, a tener banco era stato un totem come il progetto cimiteriale del Tav Torino-Lione, infrastruttura con cantieri mai davvero decollati (forse al 5%) e comunque destinata a trasformarsi in una spettacolare, costosissima cattedrale nel deserto.
L’argomento,
che – come tanti altri, poi abbandonati – era servito ai 5 Stelle solo
per fare il pieno di voti, è stato usato per la rissa finale con
Salvini, per poi essere archiviato nel silenzio generale.
La
notizia, sfuggita ai radar, è che l’Italia spenderà comunque miliardi
per una linea ferroviaria virtualmente superveloce ma destinata a
trasportare pochissime merci necessariamente lente. Una
ferrovia-doppione, completamente inutile benché rischiosa e devastante
per l’ambiente, che ci si ostina ad approntare lungo una direttrice
commerciale desolatamente abbandonata, lontanissimo dalle rotte
mercantili.
Un
favoloso binario morto, buono solo per il business dei costruttori
(pochissimi posti di lavoro, temporanei), e imposto a una popolazione
che ha inutilmente dimostrato, in ogni sede, la sciagurata natura di un
ecomostro che indurrà migliaia di italiani a prendere in considerazione
l’idea di scappare, lasciando le proprie case.
La non-politica del Belpaese, europeista o sovranista non importa, ha evitato accuratamente di affrontare ogni altro tema vitale per le famiglie, dall’obbligo vaccinale imposto (stile Corea del Nord) senza emergenze sanitarie e senza spiegazioni, e il misteriosissimo avvento del wireless 5G, che avanza in semi-clandestinità abbattendo alberi secolari nelle piazze delle città.
La non-politica del Belpaese, europeista o sovranista non importa, ha evitato accuratamente di affrontare ogni altro tema vitale per le famiglie, dall’obbligo vaccinale imposto (stile Corea del Nord) senza emergenze sanitarie e senza spiegazioni, e il misteriosissimo avvento del wireless 5G, che avanza in semi-clandestinità abbattendo alberi secolari nelle piazze delle città.
Logico
che i media, a reti unificate, ignorino il convegno organizzato in
Parlamento dai sindaci e dai comitati di cittadini giustamente allarmati
per l’introduzione, senza precauzioni, di una tecnologia invasiva di
cui non si conosce ancora l’impatto sull’organismo.
Quanto
ai vaccini polivalenti, che secondo la Regione Puglia hanno causato
problemi di salute a 4 bambini su 10, sul tema cala semplicemente il
sipario, anche se – per la prima volta nella storia – qualcosa come
130.000 bimbi, nel 2019, non hanno potuto accedere né ai nidi né alle
scuole dell’infanzia. In compenso, i riflettori abbagliano l’epica sfida
per le regionali in Emilia Romagna, dove la Lega potrebbe strappare al Pd la storica roccaforte, un tempo “rossa”.
Accipicchia,
questa sì che è una notizia: non come l’insignificante sorte della
Fiat, che gli Agnelli-Elkann hanno ceduto ai francesi, nel silenzio
generale dei media e dei politici italiani di ogni parrocchia.
(Giorgio Cattaneo, Libreidee, 23 novembre 2019).
Fonte: https://www.libreidee.org/
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