Prostata: senso biologico e “disturbi”…
Marcello Pamio
Oggi
parliamo di un organo molto particolare: una piccolissima ghiandola
della dimensione di una noce (circa 3 centimetri) che la Natura ha
cercato di occultare agli occhi e alle mani dei medici, senza però
riuscirci. Non poteva certo prevedere infatti - nostra Madre - che
l'uomo in camice bianco arrivasse ad infilare nel retto prima il dito
medio e poi un ago lungo 18 centimetri!
Questa povera e maltrattata ghiandola si chiama prostata.
Funzione biologica
La prostata è disposta attorno alla prima parte dell’uretra,
appoggiata alla vescica urinaria tramite le vescicole seminali. Sfocia
nell’uretra per secernere un liquido alcalino durante l’eiaculazione.
Come
mai la perfezione dell'organismo avrebbe concepito un liquido alcalino
eiaculato durante il rapporto sessuale all’interno di una vagina molto
acida?
Il significato di “prostata” spiegherà l’arcano, perché in greco vuol dire «accompagnare in terra straniera».
Quindi nessun errore: l’alcalinità ha proprio la funzione biologica di
“proteggere” e “accompagnare” il seme maschile - rappresentato da
centinaia di milioni di spermatozoi - nell’ambiente inospitale della
vagina, la “terra straniera”!
Un terreno troppo acido equivarrebbe alla condanna a morte degli
spermatozoi, e di conseguenza la fine della prosecuzione della specie.
La prostata cresce nella fase adolescenziale ed è particolarmente
sensibile agli ormoni sessuali e proprio per questo motivo il cancro
alla prostata rientra per la medicina ortodossa nei tumori
ormono-sensibili.
Le patologie di maggior rilievo a carico di questa ghiandola sono l’adenoma, il carcinoma e la prostatite (infiammazione).
Origine della prostata
La prostata appartiene all’antichissimo foglietto «endodermico» e quindi risponde al conflitto del «boccone vitale». In questo caso, s’intende un «boccone» a carattere sessuale.
Senza la prostata infatti non sarebbe possibile generare una nuova vita,
quindi per l’evoluzione della specie umana è una ghiandola vitale.
Vediamo quindi cosa succederebbe se un uomo dovesse vivere una problematica a sfondo sessuale.
A questo punto bisogna specificare una cosa molto importante: nel
maschio erezione-piacere-eiaculazione sono un tutt'uno, non si possono
disgiungere, per cui se non si ha una erezione, automaticamente non è
possibile godere, eiaculare e quindi procreare!
Se un uomo per un qualsiasi motivo non riesce a eiaculare, la
prima cosa che fa il cervello è indurre una ipertrofia della ghiandola
(totalmente asintomatica) con lo scopo biologico di far aumentare la
produzione di liquido seminale.
Soluzione questa perfetta per il problema, perché SE NON SIAMO RIUSCITI
AD EIACULARE come voleva il cervello, allora solo un aumento della sua
«funzione» potrà risolverlo.
Se però il disagio dura per molto tempo, la ghiandola può raggiungere
dimensioni importanti in grado di dare molti fastidi all’uretra e alla
vescica.
Questi disturbi urinari sarebbero dovuti, secondo l’ortodossia, dalla prostata che spinge sulla vescica.
Ma come mai questo avviene solo di notte? Cosa fa di giorno la prostata, dorme?
L'uretra passa nel terzo anteriore della prostata e i rigonfiamenti
della stessa sono responsabili solo del 5% dei disturbi urinari, il
rimanente dipende dal “detrusore” che appartiene ad un altro foglietto embrionale completamente diverso, il “mesoderma recente”.
Il mesoderma è più legato al “territorio” e alla “svalutazione”, della serie: “non riesco a marcare il territorio come vorrei”, dove il territorio sarebbe la vagina della donna!
Questo potrebbe spiegare perché alcuni uomini hanno disturbi urinari e
altri no, ma soprattutto spiega perché avviene solo di notte. Durante la
notte infatti il muscolo andando in vagotonia si rilassa, mentre di
giorno in piena fase simpaticotonica rimane in tensione, ecco perché non
si urina con la stessa frequenza di quando si va a dormire!
Se e quando il cervello non vede più il problema, l’eccedenza dei
tessuti sarà smantellata da microrganismi come funghi e micobatteri,
oppure incapsulata e incistata.
Ovviamente questo processo di smantellamento potrà avvenire solo se
nell’organismo saranno presenti questi germi; dico questo perché, a
seguito di pratiche aberranti come le vaccinazioni,
l’iper-sterilizzazione degli ambienti, ecc., il patrimonio
microbatterico umano è sempre più scarno, per cui quello che avviene con
maggior frequenza oggi è l’incistamento del tessuto (cosa questa, però,
non biologica).
Sarà forse un caso che la maggior parte dei maschi sopra una certa età presentano masse e/o formazioni nella prostata?
Incidenza e mortalità per tumore prostatico
Prostata e mammella rappresentano le sedi più frequenti di
tumore, rispettivamente nei maschi e nelle femmine, con una probabilità
di ammalarsi, secondo le stime ufficiali, di 1 su 9.
Il tumore della prostata da solo rappresenta il 19% di tutti i tumori diagnosticati nei maschi!
Per entrare più nel dettaglio in base all'età: nella classe 50-69 anni e
negli over 70enni, è il tumore più frequente, e questo come vedremo non
è un caso…
I dati ufficiali quindi non lasciano spazio a molti dubbi.
Ecco cosa dicono le statistiche sull’incidenza dei tumori alla prostata
scoperti in persone morte in incidenti stradali durante gli esami
autoptici, quindi morti non per malattia.
- Uomini di età compresa tra i 40 e i 49 anni > 40%
- Uomini di età compresa tra i 60 e i 69 anni > 70%
- Uomini di età sopra i 70 anni > 80%
Questi dati confermano la bontà del detto popolare secondo cui «alcuni uomini muoiono DI cancro della prostata, ma quasi tutti muoiono CON il cancro alla prostata!»
Per esempio ogni anno negli Stati Uniti vengono diagnosticati 240.000
(37.000 in Italia, dati 2019) tumori alla prostata, ma il rischio di
morte è del 3%.
Questo dato non santifica la cosiddetta «medicina preventiva» (gli esami
non possono prevenire nulla, ma solo diagnosticare): è semmai la
dimostrazione che IL 97% DEI TUMORI E’ CONSEGUENZA DELLA SOVRADIAGNOSI (vedere note)!
La conferma che questa condizione è per così dire «normale» (anche se
non dovrebbe essere) arriva da ulteriori esami autoptici. In Svizzera
studiando i cadaveri di persone oltre i 50 anni morte in incidenti
stradali, hanno trovato:
- Donne: tumore (in situ) al seno > 38%
- Uomini: tumore (in situ) alla prostata > 48%
Quante di queste persone non sapevano neppure di avere un tumore al seno o alla prostata?
Il problema della metastasi
La metastasi più frequente del cancro prostatico è quella ossea.
Nessuno però spiega scientificamente come un tumore che cresce nella
prostata come un cavolfiore (adenocarcinoma), riesca a migrare nel
sangue e, una volta giunto nelle ossa, creare dei “buchi”.
L'oncologia dovrebbe spiegare come fa una cellula a metastatizzare un organo diverso cambiando atteggiamento biologico.
La spiegazione bio-logica ha a che fare con l'origine embrionale delle
ossa, che guarda caso fanno parte del “mesoderma recente”, il tessuto
visto prima legato alla “svalutazione”.
Non avere una erezione può creare o no delle svalutazioni negli uomini?
Costo sociale
Il cancro è la prima spesa sanitaria mondiale.
Solo negli Stati Uniti dal 1994 al 2004 il danno economico dovuto al
solo tumore alla prostata è stato di 240 miliardi di dollari. Se a
questo sommiamo tutte le procedure non necessarie (biopsie,
prostatectomie, pannoloni, protesi meccaniche, ecc.) la cifra raggiunge i
1000 miliardi di $.
Quindi oggi la sovradiagnosi legata alla prostata è la gallina
dalle uova d'oro, perché rappresenta un business da oltre 1000 miliardi
di $ all’anno!
Forse il quadro inizia a prendere forma: dietro questa piccolissima
ghiandola si muovono interessi economici faraonici. Da una parte abbiamo
un Sistema sanitario malato che ha ingannato le persone facendo credere
che un marcatore tumorale come il PSA sia un esame routinario
normalissimo…
Lo ripeto ancora una volta: sopra una certa età, praticamente tutti
quelli che fanno l'esame avranno un valore del PSA molto alterato!
Attivazione biologica della prostata
La prostata come detto è legata al «boccone vitale», ma
entrando più nel dettaglio, parlando di attivazione di questa ghiandola,
è obbligatorio tirare in ballo una «sessualità impropria», cioè una
sessualità non nella norma, relativamente al rapporto di coppia, ma non
solo.
Una eiaculata incompleta, cioè non portata a termine, è più che sufficiente per attivare il tessuto!
Ma anche una partner che si comporta male nei nostri confronti, o il
voler fecondare più di una donna (amante e moglie per esempio) ma non
poterlo fare…
Paradossalmente anche un “conflitto” traslato per cui il figlio non
riesce ad avere figli e il padre si accolla simbolicamente la
responsabilità organica, è interessante.
Comunque sia, la cosa centrale da capire è che il senso biologico del
tumore alla prostata sta tutto nella fase conflittuale: quando il
tessuto cresce con lo scopo biologico di aumentare la produzione di
liquido seminale!
Questo è il senso biologico del «problema» alla prostata (chiamato adenoma, ipertrofia, tumore, cancro, ecc.).
Se invece di essere visto con gli occhi limitati e impauriti dell’uomo
si usassero quelli perfetti della Natura, apparirebbe subito che non si
tratta di un problema, ma di un programma biologico sensato e
assolutamente perfetto!
Secondo la biodecodifica
Altri spunti di comprensione arrivano dalla decodifica biologica.
Per esempio un qualsiasi disturbo alla prostata potrebbe avere a che
fare con una «perdita nella famiglia» (situazioni drammatiche di figli,
partner, nipoti o altri, come per esempio un incidente, una malattia o
la morte); una «castrazione simbolica» (la donna che ricatta il marito
oppure il «desiderio di fare l’amore con qualcun’altra ma non si può»).
Un risentito di impotenza («devo essere all’altezza per soddisfare la mia donna più giovane di me e non so se ne sarò in grado»).
La prostata da un certo punto di vista rappresenta il «principio
maschile», per cui tutto quello che ha a che fare con timori e paure
legate alla «mascolinità», alla «potenza», anche alla «rinuncia» o
«colpa sessuale» può attivare questa ghiandola…
Conclusione
Se è vero, come è vero che il problema dell'attivazione della prostata
sta nell'aumento di funzione perché non si è eiaculato come avrebbe
voluto il cervello, la logica conseguenza (o per meglio dire
bio-logica), sta nel farlo in altre modalità!
Non so se sono stato abbastanza esplicito.....
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