Sollevando il Velo
Dove sono andati gli dèi, e quali le implicazioni per il
futuro? Sono interrogativi che ci portano inevitabilmente a una rivalutazione
della storia del mondo, soprattutto per ciò che concerne il periodo che va dal
2000 al 200 a.C.
Un arco di tempo, questo, che iniziò dopo la distruzione
nucleare di Sodoma, Gomorra e della base spaziale del Sinai e in cui troviamo
personaggi biblici quali Isacco, Giacobbe, Giuseppe e Mosè.
Un periodo a proposito del quale i resoconti scritti
abbondano ma scarseggiano le documentazioni archeologiche. Altri periodi
presentano il fenomeno inverso: buone documentazioni archeologiche, scarsi
resoconti scritti.
Un velo di oscurità discende su un’epoca di grande disordine
e di guerre: quando terminò, la gran parte delle città del mondo antico erano
state rase al suolo.
Prima del 200
a.C. i Sumeri registravano tutto, anche le cose
qutidiane più secondarie. Ma nel periodo 2000-200 a.C. le conache divengono
scarse, e ancor meno sono quelle giunte fino a noi.
L’archeologia, pertanto, diventa il principale strumento di
conoscenza, ma è uno strumento spuntato che consiste in gran lavoro e in molto
a tirar a indovinare e che dunque è assai lontano dall’essere una scienza
esatta.
La conseguenza è che possediamo una comprensione molto
limitata degli eventi di questo che è un periodo chiave della storia umana.
Pur non essendo uno storico ufficialmente riconosciuto come
tale, ho potuto rapidamente rendermi conto che per questo particolare periodo
non esistono esperti. Anzi, si finisce con il pensare che gli Imperi siano
sorti e poi crollati senza motivo apparente, i misteriosi Hyksos conquistarono
l’Egitto, un altrettanto “popolo del mare” comparve dal nulla per mettere a
ferro e fuoco il vicino Oriente e civiltà progredite sorsero come dal nulla nel
Nuovo Mondo delle
Americhe.
Mentre tentavo di sbirciare sotto il velo della storia per
osservare la presenza incessante (o meno) degli dèi, ho potuto appurare che
molti inspiegabili avvenimenti storici cominciavano ad avere una logica.
Senza verne l’intenzione stavo mettendo alla prova il nuovo
paradigma che sta alla base di questo libro, e i risultati sono positivi a dir
poco.
Il mio obiettivo principale era comunque di effettuare delle
ricerche sulle attività mdegli dèi, una bella sfida. Come si fa a individuare
la presenza degli dèi in un’epoca così tanto caotica?
Sorprendentemente, gli indizzi da seguire erano molti. Per
esempio, il nome di un re o di un faraone assai spesso segnala la sua alleanza
con un particolare dio. E in modo analogo un’opera artistica raffigura molto
spesso la figura di un dio, vuoi nelle sembianze di un serpente o di un toro o
anche una dea dal seno nudo. Infine, si sono rivelate utili molte iscrizioni
che richiamavano direttamente i nomi di determinati dèi in determinate nazioni.
Procedendo in questo modo è stato possibile costruire un
panorama politico generale degli avvenimenti nel mondo. Ma come appurare la
presenza fisica di questi dèi? Come essere certo che i sovrani non si stavano
rivolgendo a degli dèi assenti?
Il primo indicatore attendibile era costituito da interventi
di tipo tecnologico. A volte si trovavano descritti nei testi, per esempio l’Arca
dell’Alleanza nella Bibbia. Altre volte risultavano riscontrabili in forma
fisica, per esempio nel caso delle Piramidi che ancora oggi esistono a
Teotihuacan.
Il secondo indicatore è stato anch’esso fisico: l’intensità
delle distruzioni di antiche città. Un’intensità che si evidenzia agli occhi
degli archeologi ogni volta che scavano, ma com’è possibile che così tante
città abbiano potuto essere rase al suolo soltanto con il fuoco, le spade, gli
archi e le frecce?
Il problema maggiore che mi son trovato ad affrontare nel
redigere il presente capitolo è stato quello della cronologia. In seguito alla
pubblicazione del libro A Test of Time (1995) di David Rohl enormi punti di
doanda si sono sollevati sulla cronologia convenzionale dei faraoni egiziani. Inltre,
la nuova cronologia di Rohl ha messo in allarme anche altri settori, specie a
motivo della datazione del regno del babilonese Hammurabi che viene posticipato
di due secoli.
Personalmente trovo la nuova cronologia di Rohl piuttosto
convincente e ho quindi deciso di adottarla lingo tutto questo capitolo,
indicandola, là dove sia il caso, con le iniziali NC. Comunque, mentre tutti
questi temi restano oggetto di dibattito, è buona regola esercitare una certa
prudenza.
Torniamo all’inizio
Prima di avviarci alla ricerca della presenza o meno degli
dèi dopo il 200 a.C.,
è bene ripassare brevemente il contesto storico sinora affiorato, prestando
particolare attenzione alle origini tribali e alle alleaze dell’uomo.
La nstra rassegna ha inizio con il Diluvio, quando dell’Arca
di Noè emersero tre figliazioni umane. Le tribù di pelle scura con Cam per
capistipite si diressero verso i territori africani a sud, le tribù di sem si
stabilirono nel Levante e nei monti circostanti la Mesopotamia, mentre le tribù
di Iafet andarono a nord, all’altopiano dell’Anatolia (la moderna Turchia) e
altre ancora.
Ci fu però un’importante eccezione. Prima della guerra degli
dèi(c. 8700 a.C.)
Caanan un figlio di cam, aveva occupato illegalmente il Libano. Sebbene fosse
poi stato concesso alla sua tribù di rimanerci, la Bibbia ci dice che vennero
condannati a svolgere mcompiti servili.
Tra i’11000 e il 4000 a.C. l’uomo disponeva del medesimo
potenziale di intelligenza di oggi, ma in genere conduceva un’esistenza nomade.
La popolazione crebbe dovunque nel mondo. Poi, dal 3800 a.C. in poi, una serie
di sviluppi portano all’avvento di una nuova èlite di uomini civilizzati.
Questa fase iniziò nelle città di Sumer ricostruite negli
stessi luoghi in cui erano sorte prima del diluvio. Ciò avvenne in coincidenza
del pianeta Nibiru e la visita reale di Anu.
In quello stesso periodo il dio Ishkur avviò una nuova fase
della costruzione di Tiahanaco volta alla produzione del bronzo.
Tratto dalle mie letture “Il Mistero della Genesi delleAntiche Civiltà”
di: Alan F. Alford
Capitolo 15 P: 391-392-393
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